Qual è lo scopo della vita?
Da quanto ti stai facendo questa domanda? Vorresti trovare finalmente la cosa più alta a cui dedicare tutto te stesso? La Stella Cometa che suggerisce il cammino di una vita?
Scommetto che queste domande ti stanno assillando da un po’ e sei sopraffatto dalle emozioni.
Hai passato troppe giornate tutte uguali. Hai la sensazione che il tempo ti stia sfuggendo tra le dita. E hai paura di diventare grande (o vecchio forse) senza aver fatto quello che desideravi nella vita.
Siccome ci sono passato anch’io e queste sensazioni le ho provate più volte nel corso della mia vita, ho deciso di scrivere una serie di articoli per aiutarti ad uscire da questa sensazione. Iniziando col darti degli strumenti utili per trovare lo scopo della tua vita.
Seguimi in questo percorso virtuale e investi qualche minuto del tuo tempo per leggere quello che ho preparato per te. Sarà il miglior investimento a zero euro che potrai fare per costruire la tua nuova vita.
Non ti sto parlando di mollare tutto, fare scelte azzardate e vivere alla giornata. Il segreto per una vita di successo, come in tutte le cose, sta nella pianificazione. Definire lo scopo della tua vita significa immaginare la vita che vorresti vivere e creare un piano d’azione per arrivarci.
E’ tutto qui. Sembra facile ma non lo è, per questo in ogni momento di questo percorso potrai chiedere il mio aiuto.
Allora, continua a leggere questo articolo se sogni di vivere al massimo delle tue potenzialità. Di fare in modo che nessun giorno della tua vita vada sprecato. Se vuoi mettere il primo mattoncino per costruire la vita dei tuoi sogni.
In altre parole, se vuoi trovare lo scopo della tua vita!
Ho anche preparato un elenco di argomenti che troverai in questo articolo:
Definire la mission della tua vita
Lascia che ti dia un piccolo suggerimento prima di iniziare questo viaggio. Un viaggio che ti porterà a definire lo scopo della tua vita!
In questo percorso ti chiederò di immaginare la tua vita ideale. Gli obiettivi che vuoi raggiungere. Quando affronterai questo esercizio, non porti limiti. In altre parole, pensa in grande!
Dovrai trovare il giusto equilibrio tra obiettivi sfidanti ma realistici. Come riuscirci? Niente paura, te lo spiegherò nel corso dell’articolo.
Sei pronto? Cominciamo!
“Punta alla luna, al massimo cadrai tra le stelle” – Les Brown
Una ricerca che può durare una vita intera
Il primo step di questo percorso è un esercizio molto impegnativo. Definire qual è lo scopo della tua vita. La tua missione, quello che per cui sei nato. Ovviamente, non è un esercizio banale. Ma ti assicuro che alla fine di questo articolo avrai le idee molto più chiare.
Pensa che la maggior parte delle persone impiegano una vita intera e non è detto che riescano a darsi una risposta a questa domanda. Altre non si pongono neanche il problema e vivono nell’inconsapevolezza più assoluta. Beata ignoranza, mi verrebbe da dire. Almeno non si svegliano tutte le mattine con quel tarlo in testa. Lo stesso che invece ti sta tormentando da un po’ di tempo, non è vero?
Intanto, se stai leggendo questo articolo e sei arrivato fin qui, complimenti! La tua coscienza è sveglia e stai facendo i passi giusti per rendere la tua esistenza rilevante.
Ma, torniamo a noi. Come capire qual è lo scopo della vita?
In qualità di coach umanista ho letto tantissimo e mi sono sempre fatto tante domande su questo argomento. Difficile trovare una risposta universale, chiaramente. Non esiste una singola domanda o un esercizio stereotipato che si possano considerare definitivi per determinare qual è lo scopo della vita. Tuttavia, alla luce delle mie ricerche e del mio vissuto, sono arrivato a una conclusione.
Prima di svelartela, però, dovrai aspettare un pochino. Voglio prima raccontarti una storia. La mia storia.
La farò breve, non preoccuparti. Ma servirà per spiegare la conclusione a cui sono arrivato, appunto.
Lo scopo della vita si può capire a scuola?
Tu cosa ne pensi, lo scopo della vita si determina in base agli studi che facciamo? Quanto incide la nostra formazione su quello che diventeremo da grandi?
Ti lascio riflettere per un po’. Intanto, ti racconto cosa è successo a me.
Ai tempi delle scuole ero un ragazzino molto sveglio e ambizioso. E molto competitivo. Fin dalle scuole elementari, passando poi da medie e superiori, ci ho sempre tenuto ad essere “il primo della classe”. E se tra i miei compagni c’era qualcuno che mi teneva testa, diventava un mio “nemico”.
Ero un secchione atipico: non il classico nerd tutto scuola e studio. Avevo una buona reputazione e una discreta vita sociale. La mia mente era una spugna. Avevo una soglia altissima di attenzione durante le lezioni e questo faceva il grosso del lavoro.
Con questo tipo di approccio alle cose, nel momento in cui sono cresciuto e ho iniziato a prendere consapevolezza del mondo che mi circondava, ho iniziato a pensare che io fossi destinato a qualcosa di grande nella vita.
Non so se siano pensieri comuni negli adolescenti. Ma sentivo di avere delle capacità fuori dalla norma che mi avrebbero portato a condurre una vita fuori dall’ordinario. Cosa c’entra tutto questo con definire qual è lo scopo della vita? Tra breve ci arriveremo.
Purtroppo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E, al primo impatto con la vita vera e le vere responsabilità, mi sono schiantato alla grande.
Vuoi sapere cosa è successo?
Dopo le superiori – inutile dire che mi sono diplomato con il massimo dei voti – mi sono iscritto all’università. La doccia fredda è arrivata proprio qui. Ho passato quello che definisco l’anno più inutile della mia vita. L’impatto con l’università e una facoltà particolarmente difficile come ingegneria è stato devastante. Non sono riuscito a dare neanche un esame e all’improvviso sono passato da secchione a ciuccio.
Oltre alla frustrazione per essermi scoperto così vulnerabile, ero assillato dai sensi di colpa. Nei confronti dei miei genitori, che avevano fatto grandi sacrifici per farmi studiare e permettermi di frequentare quella facoltà prestigiosa. E in tutta risposta io non avevo neanche passato un esame. Soldi buttati.
Le crisi esistenziali servono anche a questo
Quel colpo mi ridimensionò all’improvviso e tutte le mie certezze si sgretolarono. Affrontai così la mia prima crisi esistenziale, quella dei 20 anni. Quella dove non sai cosa fare della tua vita. Dopo un anno del genere, non sapevo se continuare a studiare – magari cambiando facoltà – andare a lavorare, o che altro fare.
Alla fine, decisi di andare a lavorare. L’onta di quell’umiliazione però non si cancellò facilmente e me la portai dietro per anni. Uno come me, un predestinato, che si era fermato al diploma, come tanti “60” usciti dalla stessa scuola superiore. Io ero diverso, volevo essere diverso.
Questo tarlo mi è rimasto in testa per anni. Fin quando a distanza di tempo mi sono iscritto nuovamente all’università. Nonostante un lavoro già full time a quel punto del mio percorso, sono riuscito a laurearmi nel giro di poco più più di 3 anni. Con un impegno forsennato – studiavo praticamente tutte le sere e nei week end – avevo dimostrato a me stesso di essere in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo se solo lo avessi voluto.
E’ stato forse questo lo scatto decisivo nel definire lo scopo della mia vita?
In realtà, non siamo ancora arrivati al nocciolo della questione. Porta pazienza ancora un attimo. Sì perché quella della laurea è stata una soddisfazione effimera. All’alba dei 30 anni ho avuto un’altra crisi esistenziale. Legata questa volta al fatto che avevo un lavoro che non mi piaceva. Oltre al fatto che la mia azienda era entrata in una crisi che aveva portato all’attivazione della cassa integrazione. Ricordo che quel provvedimento mi sfiorò appena, ma tanto bastò per farmi ripiombare in una situazione di incertezza e insicurezza.
Ancora una volta mi chiedevo come fosse possibile che uno come me, nella mia mente sempre destinato a cose eccezionali, si ritrovasse alle prese con un lavoro mediocre e pure a rischio licenziamento. Come tante migliaia di lavoratori qualsiasi. L’apice della depressione la toccai in un capodanno da ricordare, o dimenticare, a seconda dei punti di vista. Un po’ ubriaco a mia parziale discolpa, a un certo punto della serata iniziai a piangere come un bambino disperato.
Gli amici intorno a me cercavano di capire cosa mi stesse succedendo. Quale fosse la causa di tanto malessere. Io non riuscivo neanche a parlare. L’unica cosa che riuscivo a fare erano due numeri con le mani: 3 e 0. Quale oscuro mistero si celava dietro quegli strani segni?
L’episodio di cui parlo fa riferimento al Capodanno 2014. L’anno in cui avrei compiuto 30 anni. Quel pianto rappresentava la frustrazione di vedersi avvicinare un traguardo anagrafico così importante rendendosi conto di condurre una vita quasi totalmente insoddisfacente.
All’indomani, recuperata un po’ di lucidità, ricominciarono le domande esistenziali: qual è lo scopo della vita? Cosa devo fare per dare un senso alla mia vita?
Quando una telefonata ti cambia la vita
Come detto, tutto partiva dalla sfera professionale, di cui ero completamente insoddisfatto.
Lavoravo ormai da quasi dieci anni e avevo girovagato per diverse aziende senza trovare la mia strada. Facevo un lavoro poco interessante e che non mi realizzava. Iniziai a pensare che forse la soluzione al mio malessere poteva essere focalizzarmi sul costruire qualcosa di mio.
Dovevo fare qualcosa di eccezionale, dovevo vivere una vita lavorativa eccezionale. Dovevo avere un’azienda tutta mia, essere un CEO!
Era forse questo lo scopo della mia vita?
Guardavo i film, leggevo i libri dedicati a Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Ray Kroc e ci stavo male. Mi chiedevo perché io non fossi come loro. Tutto quello che avrei voluto essere in quella fase della mia vita era essere come loro.
Fondare un’azienda, farla diventare un impero, lasciare che il mondo intero parlasse di me. Lasciare il famoso segno nell’universo.
Così, iniziai a interessarmi al mondo delle startup. In quegli anni in Italia l’ambiente era parecchio in fermento. Sembrava che tutti potessero fondare una startup. La burocrazia era semplificata e si poteva registrare un’azienda di capitali con un solo euro!
Lavorai insieme a un collega a una serie di idee di business. La più convinta – quella di cui abbiamo realizzato un prototipo e presentato in diversi eventi – era Colfbook. Nelle nostre menti voleva essere il Facebook delle colf. Un catalogo online dove trovare colf e badanti, con recensioni e tutto il resto. Continuo a pensare che fosse un’idea molto buona. E poi il nome spaccava 🙂
Trovata la strada maestra, allora? Neanche per sogno! Altrimenti non sarei qui a scrivere questo articolo su come trovare lo scopo della vita…
Dopo qualche mese di tentativi non troppo convinti, abbandonammo l’idea di diventare i provetti Jobs-Wozniak. Probabilmente ci rendemmo conto che era stato bello giocare a fare gli imprenditori. Ma senza una vera esperienza alle spalle, senza un team attrezzato, sarebbe stata molto dura.
Fine della storia allora? Assolutamente no.
Nel frattempo che portavo avanti le mie sperimentazioni, cambiai lavoro…ma riuscì nell’impresa di trovarne uno ancora peggio!
Non mi piaceva nulla. Dal tipo di lavoro che facevo, a delle policy sul personale che mi ricordava più un’azienda metalmeccanica che un’azienda digital che avrebbe dovuto essere quella in cui ero approdato. In più, dulcis in fundo, non sopportavo il mio capo.
Insomma, ero disperato, frustrato, a tratti depresso. Ma il momento decisivo di questa storia arrivò grazie alla telefonata di un perfetto sconosciuto.
Devi sapere che il mio lavoro consisteva fondamentalmente nel contattare la gente che aveva mostrato interesse per i prodotti dell’azienda per cercare di venderglieli. Piccola parentesi, se c’è una cosa che ho capito è che il mestiere del venditore non fa per me. A volte le cose si scoprono solo sperimentando.
Comunque, un bel giorno ricevo questa richiesta di contatto e, come da prassi, chiamo la persona interessata. Dalla voce mi sembrava un signore di mezza età, accento pugliese. Gli spiego il prodotto, le cose fantastiche che può fare, quanto gli verrebbe a costare e bla bla bla. La conversazione funziona bene, tanto che passiamo in poco tempo a darci del tu.
Si era instaurata una certa confidenza; i miei risultati di vendita erano piuttosto scarsi e sognavo finalmente di piazzare un bel colpo. Ma a un certo punto, nel mezzo della chiacchierata, lui mi mi dice una cosa del tipo: “ma cos’hai sei triste, ti sento con una voce?!”.
Io rimasi di sasso, senza parole. Una persona totalmente sconosciuta aveva capito che ero infelice e insoddisfatto solo parlandomi al telefono?! “O è un sensitivo o sono messo veramente male” pensai. “E devo fare qualcosa per cambiare la mia vita…”
Lo scopo della vita? Non smettere di credere di trovarne uno
Così, come ormai facevo ciclicamente nel corso degli anni, mi rimisi a ripensare a cosa potessi fare. “Qual è lo scopo della mia vita?” tornavo a domandarmi. Ora capisci perché credo di essere un esperto in materia. Ci ho pensato talmente tante volte!
Iniziai allora a pensare alle cose per cui provavo passione. Dopo il cruccio delle startup, era l’ora del filone “voglio fare delle mie passioni un lavoro”.
Così, cominciai a passare ore in un processo creativo che mi permettesse di mettere a fuoco le mie passioni. Le cose che mi davano piacere e che sarebbero potute diventare un lavoro. Alla fine del processo ebbi un’illuminazione: voglio diventare un coach!
Ero da sempre appassionato di crescita personale. Nella mia libreria non c’era spazio per romanzi, gialli o altra letteratura: solo libri motivazionali.
Ero convinto di avercela fatta, di avere finalmente trovato lo scopo della mia vita!
Così, dopo un’attenta valutazione sulle proposte che il mercato offriva, scelsi di iscrivermi a un corso di coaching umanistico. Il corso durò qualche mese e, dopo un esame finale, mi venne rilasciato un diploma di coach professionista. Ero pronto ad avviare la professione e realizzare lo scopo della mia vita!
In realtà, mentre frequentavo il corso avevo anche cambiato lavoro. E quel lavoro, man mano che passavano i mesi, mi piaceva sempre di più. Non so esattamente quanto abbia influito il corso – che mi aveva aiutato molto a rasserenarmi e vedere il lavoro da altri punti di vista – o quanto effettivamente quel lavoro mi piaceva perché mi permetteva di esprimere i miei talenti.
Sta di fatto che abbandonai l’idea di diventare un coach professionista, pur rimanendo intatte la passione e l’interesse per la materia. Tanto da battezzare la figura di Coach Vins, universalmente riconosciuta da amici e conoscenti come esperto di coaching 🙂
Le cose sul lavoro iniziarono davvero ad andare meglio e, nel giro di pochi anni, ho fatto un percorso di carriera che non ero riuscito a fare – per diversi motivi – nei 12-15 anni precedenti di lavoro.
E allora, perché stai leggendo un mio articolo su qual è lo scopo della vita se ho abbandonato sul nascere la mia passione?
Veniamo al dunque, finalmente. Spero tu abbia letto fin qui e che la mia storia non ti abbia annoiato. Perché adesso inizia la parte interessante.
Se sei qui, se siamo qui, è perché ho un tarlo nella testa. Nonostante le cose dal punto di vista professionale ora vadano molto meglio, ho un tarlo nella testa che non riesco a togliermi. E ho capito che quando si ha un tarlo nella testa, bisogna ascoltarlo. A me è capitato che di volta in volta uscisse, gli davo un po’ ascolto, ma poi tornavo a seppellirlo sotto al tappeto.
E’ uscito quando pensavo di essere destinato a qualcosa di speciale, ma poi mi sono scontrato con la realtà. Quando mi ero messo in testa di diventare un CEO famoso. Quando ho pensato di diventare un coach. Ogni volta che è uscito, ho trovato il modo per metterlo a tacere.
Ma ora non voglio più farlo perché ho capito che continuerà a tormentarmi fin quando non gli darò la possibilità di esprimersi. Come un folletto dispettoso, se ne sta buono per un po’. Ma poi torna a tormentarmi…
E alla fine ho capito che è la risposta alla domanda “qual è lo scopo della vita?” è proprio quel tarlo.
Trova il tuo tarlo e troverai lo scopo della tua vita
Spero che il mio racconto ti torni utile per ripensare alla tua vita e trovare il tuo tarlo come io ho trovato il mio. E tra poco ti svelo qual è.
Lo scopo della vita, la tua missione, deve essere qualcosa di molto alto. Poi penseremo a declinarlo nella pratica.
Qual è quella cosa che nella tua vita ti ha tormentato positivamente? Quella cosa che ciclicamente ti torna in mente e che non riesci ad accantonare? Qualcuno la potrebbe definire ossessione. Magari latente, dormiente, ma pur sempre un pensiero ossessivo che non ti lascia tranquillo.
Per aiutarti a declinarlo, ti dico come ho declinato il mio. E’ importante scriverlo, sarà più facile poi costruire tutto il processo successivo.
Ecco il mio:
“Lo scopo della mia vita, la mia missione, è vivere una vita straordinaria e aiutare gli altri a trovare la via per fare lo stesso”.
Come ti sembra?
Ora, provaci tu. Prenditi tutto il tempo che ti serve per riflettere, poi completa la frase:
“Lo scopo della mia vita, la mia missione, è …”
Se non riesci ad arrivarci, dandoti una risposta alle domande che ti ho suggerito poco fa, potresti provare con l’aiuto da casa. Sono un grande fan dell’aiuto da casa. No, niente a che vedere con famosi quiz con la promessa di diventare milionari 🙂
Intendo che, in alcune circostanze, soprattutto in situazioni di disagio e frustrazione, è difficile trovare le risposte da soli.
Allora, per un’analisi più lucida della situazione, la cosa migliore da fare è chiedere aiuto alle persone che ti conoscono meglio. Che possono essere i tuoi familiari, i tuoi amici più cari. Oppure colleghi, o ex colleghi, che ti conoscono da anni.
In questo caso, visto che per darti queste risposte dovrai scavare indietro nel tempo, i migliori consiglieri potrebbero essere i familiari o gli amici storici.
Se non hai una visione chiara in autonomia, prova a chiedere loro un parere. Su quale fosse un tuo pallino da piccolo. Se c’era qualcosa su cui eri fissato.
Non so, sognavi di fare il dottore per aiutare gli altri? Oppure, eri spinto dall’amore per gli animali? O ancora, amavi raccontare storie e lasciare che gli altri pendessero dalle tue labbra?
Fatti aiutare a ricostruire quegli indizi che hai lasciato nel corso della tua esistenza. Indizi e prove che potrebbero essere rivelatori per trovare lo scopo della tua vita.
Ovviamente, non è un lavoro facile. Come dicevo, ci sono persone che passano anni a cercare di capire qual è lo scopo della vita. E magari non ci riescono.
Prenditi tutto il tempo che ti serve per completare questo “esercizio”. Per alcuni ci potrebbero volere solo alcuni minuti. Altri ci impiegheranno qualche ora. Altri ancora giorni interi.
Ma ti assicuro che se ti focalizzi sulle domande che ti ho fatto, se ti fai aiutare dalle persone che ti conoscono meglio, qualche buono spunto di riflessione arriverà. Utilizza carta e penna per fare brainstorming: scrivere aiuta a far uscire i pensieri.
E se hai ancora difficoltà, che ne dici di sentirci per una sessione di coaching gratuita dove posso aiutarti direttamente io?
Ora che sei arrivato – da solo o con qualche piccolo aiuto – a definire qual è lo scopo della tua vita, dobbiamo renderlo concreto.
Che cosa puoi fare per vivere una vita in funzione di questo scopo? Cosa ti serve per rendere effettiva la tua missione?
Seguimi nel prossimo articolo dove ti spiegherò che cosa fare per rendere concreto lo scopo della tua vita!